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Ci si può domandare se abbia senso rieditare uno scritto che vide la luce nel 1964, e da allora sull'argomento trattato da questo testo è stato indagato molto, ma don Ansano è stato e rimane un apripista. C'erano accenni in varie opere, indicazioni, riferimenti ad opere dei chirurghi preciani, memorie orali, in qualche casa si conservavano ancora delle "patenti" e qualche strumento; ma quando una cosa non è più di uso comune se ne dimentica il funzionamento, si arriva al momento in cui ci si domanda "cos'è?", "a che serve?" e conseguentemente viene messa in un ripostiglio, pronta per i rigattieri che dagli anni '50 dello scorso secolo setacciavano i nostri paesi, anche i più remoti, alla ricerca di cose vecchie e cose antiche. Anche gli eventi sismici che hanno interessato la Valnerina hanno avuto la loro parte in questa "perdita della memoria", in tali circostanze si cerca sempre di recuperare e salvare il necessario o l'indispensabile. Quando la sensibilità e la percezione del passato cambiò, si guardò indietro e si ricercò il passato non come qualcosa di cui vergognarsi quale indice di arretratezza, ma come qualcosa da non perdere.